Premessa, ho un curriculo di studi strano, non ho mai studiato economia in maniera strutturata prima dell’ultimo anno di magistrale, più o meno. Ma confrontandomi con amici che invece a economia ci hanno preso prima e seconda laurea sembra che ciò non sia particolarmente influente.
Se si prova ad avvicinarsi alla disciplina da una prospettiva un po’ eterodossa, volendo approfondire come l’organizzazione gerarchica della società e la diversità tra le persone vengono trattate, è possibile che oggi si venga in contatto coi post-keynesiani.
Leggendoli si trovano citati spesso Marx, Ricardo, Keynes, Sraffa, Minksy, Kalecki, e via giù nella tana del bianconiglio.
È l’impressione è che (dal mio punto di vista necessariamente) non ci sia una teoria dominante e un’interpretazione univoca di concetti come mercato, capitale, capitalismo, lavoro, valore, e che quindi sia rilevante leggere e provare a capire ognuno di questi autori. Quantomeno per conoscere quali idee sono già state proposte, quali i loro punti forti e deboli.
La sensazione fortissima degli ultimi giorni è che avrei bisogno di un dottorato passato solo a studiare, senza la pretesa di scrivere articoli originale e significativi, cosa che nell’organizzazione attuale dell’università, a partire dal modello “tre articoli” per la tesi di dottorato, non è realistica.
E mi chiedo, quando dovrei (o avrei dovuto) studiare tutto ciò per rimettermi in pari, se non sono trattati quasi nemmeno nei corsi di magistrale e nella didattica iniziale di molti corsi di dottorato?