(Questo racconto può anche essere ascoltato su Bobo)
Mischi un mazzo di Tarocchi. Lo sai che non ha senso, che non c’è nulla di scientifico, razionale o ragionevole in ciò.
Ma ti dà sollievo, ti dà modo di pensare, dici.
IV L’Imperatore
Questo è facile, potrebbe avere la faccia di Musk o di Bezos, il potere economico sempre più ristretto nelle mani di pochi, capaci di controllare la stampa, la politica, le merci, i dati.
Il potere politico popolato di prestanome ormai irrilevanti, l’epoca dei grandi movimenti di massa sembra finita.
V Il Papa
Chi è oggi il potere spirituale? Dio è morto, la Chiesa è in crisi, a chi ci rivolgiamo? Alla Scienza.
Oggi il Papa non ha volto, se non quello dimenticato di Nobel su una medaglia.
La Scienza si è fatta impersonale fede collettiva, metro di verità del mondo, che si rivendica oggettiva e distaccata dallo scienziato e dalla morale.
La Scienza non si può più contraddire, la Scienza che si è fatta Tecnica e non è più in grado di guardarsi allo specchio, di guardarsi dietro e dentro: può solo correre avanti verso il Progresso®, in una sequenza di bombe, droni, sedicenti intelligenze che ripetono il reale.
La Scienza si è fatta morale collettiva, ci siamo dimenticate che si accompagnava ad altre parole: borghese, rivoluzionaria.
Non tutta la scienza ci piaceva, sapevamo che la scienza racconta il mondo di chi la fa, di chi la finanzia, che c’è la nostra e la loro scienza, che la controcultura era anch’essa scienza.
Invece adesso scendiamo in piazza con il report dell’IPCC al posto della Bibbia.
VIII La Giustizia / XX Il Giudizio
Abbiamo sempre cercato di evitare l’arbitrio del Giudice finché non eravamo noi sul banco degli imputati, allora abbiamo chiesto clemenza, discrezionalità, eccezione.
Le macchine hanno cominciato a emettere sentenze di cui non conosciamo più la ragione, che replicano il giudizio di uomini del passato.
È tutto finalmente meccanico, la verità inappellabile, oggettiva perché privata di soggetto che la pronuncia, il tempo lineare fino alla fine dei giorni.
Tutto è già scritto, non serve più il libero arbitrio, ma solo seguire il corso delle cose, la conoscenza ci guida verso il Progresso®.
Servono davvero due Arcani diversi per il giudizio divino e quello dell’uomo, o sarà la macchina a dipanare il mondo?
XVIII La Luna / XIX Il Sole / XVII Le Stelle
Gli astri, sono Arcani contraddittori, se è Luna non è Sole e tanto meno Stelle, terzo non dato e il vero che si oppone al falso. Aristotele, non mio cugino.
Come si può vivere così? Senza sapere da che parte sta il bene e il male, in quale direzione bisogna andare?
Servono certezze all’uomo, esperti di cui potersi fidare, con le risposte alle domande che gli si pongono. È finito il tempo per gli intellettuali sofisti, secondo i quali tutto è più complesso, dipende, non si possono dare risposte tenendo in considerazione solo un aspetto delle cose.
Per fortuna ci sono gli esperti a salvarci, con le loro certezze, i loro entusiasmi, chiederemo a un astronomo quale è vero tra il Sole, la Luna e le Stelle, a cosa ci serve più un poeta che ce lo racconti?
XXI Il Mondo
Questo invece è un Arcano che deve restare, perché non c’è nient’altro che il Mondo.
La Realtà è l’unica cosa che davvero conta, perché con quella poi ci interfacciamo.
E per fortuna la Scienza ci insegna come conoscerla, ci mostra che la Realtà è una, chiara, oggettiva, uguale davanti agli occhi di tutti, e chi non la vede deve essere malato, ma lo si può curare.
Non serve altro oltre la Realtà, il realismo non è una scelta, è una necessità per non perdere tempo, per dare il massimo per correre verso il Progresso®.
VI L’Innamorato
Chimica dell’attrazione, dell’alterazione. Chimiche le fondamenta della mente. Chimico il benessere.
Ci permetteremo ancora di innamorarci, di interrompere il tempo della produzione, la linea che sforna prodotti sempre meno tangibili?
In quale versione del DSM comparirà il disturbo da affezione immotivata, di che colore sarà il filtro d’amore al sapore di psicofarmaco, la famiglia finalmente sogno borghese della gestione patrimoniale sostenuta non più dall’obbligo, dalla decenza o dal pudore, ma dalla rassicurante chimica.
Innamorarsi per scelta, come atto razionale, ragionevole.
XII L’Appeso
Facciamo un gioco, guardiamo dove ci ha portato il Progresso® e poi mettiamoci a testa in giù, guardiamolo di sbieco, cosa vediamo?
Lo so che sembrano case sbriciolate dalle bombe, bambini affamati, senza tetto in città di case vuote, scheletri sul fondo del mare, foreste abbattute per fare spazio alla soia, ma è solo una questione di prospettiva, per favore adesso rimettiti composta, siediti bene, mento alto, sguardo in avanti verso il futuro, vedi che adesso ha tutto un aspetto diverso: la pace, la cooperazione internazionale, i programmi di inclusione sociale, le borse di studio, la fine della fame nel mondo…
X La Fortuna
Quindi non ti sembra che tutto sia così definito e inevitabile. Mi stai dicendo che nella vita affronti delle scelte e non sei mai sicura di quale sia la decisione giusta?
Che hai visto medici sbagliare diagnosi, Intelligenze condannare innocenti per la loro razza, esperti contraddirsi tra loro e il Progresso® creare povertà intorno a te?
Preferisci leggere i Tarocchi perché ti permettono di andare dove vuoi, di non dover sottostare a regole d’altri, di non dover sempre ragionare su cosa sia realistico, possibile in questa Realtà, ma di poter sognare anche ciò che è desiderabile, possibile in assoluto?
Hai bisogno di storie, con trame poco lineari che rassomiglino alla tua vita, dove di certezze ne hai poche e tutto sembra legato al caso, a singoli insignificanti episodi.
II La Papessa
No, non è di nuovo il Papa, questa volta è l’inganno, è lo spirituale che diventa temporale, reale, il dubbio.
È la fede che rinasce ed entra ed esce dalla Scienza, che distrugge lo scientismo riportando la scienza tra gli uomini, sbriciolando le sue certezze monolitiche, cementandola nuovamente con la morale.
La Papessa è una giovane rivoluzionaria che accusa la scienza borghese di confondere il reale con il necessario, di ammantare di inevitabilità le scelte.
La Papessa è una manager in carriera che accusa la scienza rivoluzionaria di aver perso ogni contatto con la realtà, di aver rinunciato a ogni empirismo pur di inseguire un sogno.
IX L’Eremita
Sei tu dici?
In una casa in appennino lontana da tutto ciò che va troppo veloce, a coltivare un angolo di mondo.
In una casa in pianura dove continui a leggere cercando qualcuna che abbia già scritto quello che stai pensando perché non puoi essere la prima, ma non sai dove cercarlo perché la Scienza sembra raccontare un altro mondo, non il tuo.
Sotto un albero in mezzo al prato a cercare di ignorare il tempo che corre, fissando i dettagli che scorrono intorno a te.
Sei tu che leggi i Tarocchi invece che il giornale perché hai bisogno di guardarti in faccia, dentro di te, di capirti, di raccontarti, di scoprire i tuoi di archetipi, prima di poter provare a interpretare l’Altro.
Ø Il Matto
Sarai tu.
Quando continuerai a leggere i Tarocchi per raccontare storie sul futuro, noncurante se siano realtà o desiderio, quando esplorerai le possibilità ascoltando solo te stessa, accettando il terzo incluso e il principio di assoluta contraddizione.
Che alla Scienza sostituirai nuovamente la politica, al realistico il desiderabile, al Giudizio fatalista la Giustizia liberatrice.
Stesa sotto il Sole, la Luna e le prime Stelle nello stesso momento, ascoltando il bene e il male che convivono anche in te, l’oppressa e l’oppressora.
Innamorata, euforica, rabbiosa, depressa, triste e sollevata, forse nello stesso momento, perché così hanno voluto gli incidenti della vita.
Il Matto è colei che esperisce la follia, pratica epistemica che rifiuta un senso generale delle cose, che significa ogni evento di per sé, senza legami o vincoli con gli altri, rifiuto radicalissimo della Scienza e della sua logica, teoria del tutto intrinsecamente contraddittoria nel rifiutare il concetto di tutto e accettare la propria contradditorietà.
In un’epoca che sta elevando la Scienza (reazionaria perché realista) a metro inscalfibile della verità collettiva, ogni spazio di irrealtà, di contraddizione o di narrazione, la risoggettivazione e risemantizzazione della propria esperienza, l’ascolto di sé stesse nelle forme che sfuggono la ragione per riconnetterci con le nostre emozioni più urgenti e importanti, diventano rifugio necessario per sperimentare la rottura con la cappa egemonica di realismo che ci opprime.
Il recupero, prestito e trasformazione di immaginari permettono nel loro essere necessario altro (rifiutato) dalla Scienza di aprire istintivamente quegli spazi di esplorazione di sé, del noi, del possibile, del desiderabile che le istituzioni del nostro tempo non sono più in grado di (né possono) fornire, ma che sono ugualmente necessari all’esperienza umana e al suo rapporto col futuro.